Giovedì 29 Novembre 2018,
Buongiorno amici e buon giovedì. #laFeniceGiraMondo è pronta prontissima per una nuova avventura, e voi?
Oggi siamo a Mantova, splendida città che in passato è stata governata da una delle famiglie più importanti e influenti del Rinascimento: i Gonzaga.
Qui, poco distante dal centro cittadino si trova il famoso Palazzo Te, dimora di Federico II Gonzaga. Il palazzo, opera di Giulio Romano e capolavoro del manierismo cinquecentesco, ospita affreschi celebri: pensate, ad esempio, alla Sala dei Giganti o alla Camera di Amore e Psiche.
Ma non è tutto! Nascoste fra le sale dello splendido edificio si trovano, infatti, tantissime salamandre. Si, salamandre! Avete capito bene!
Il duca Federico II, infatti, scelse la salamandra come sua impresa. Il concetto di impresa è un concetto fondamentale nel Rinascimento: si trattava di un’immagine associata ad un breve motto, che di solito illustrava e sintetizzava una virtù del Principe; in questo caso ovviamente si tratta di caratteristiche del Gonzaga.
L’impresa della Salamandra, simbolo personale di Federico II, compare spesso accompagnata dal motto latino “Quod huic deest me torquet” ovvero “ciò che manca a costei tormenta me”.
Nel Rinascimento, infatti, si credeva che la salamandra fosse in grado di attraversare il fuoco senza bruciarsi. La capacità di questo animale di resistere al fuoco veniva interpretata come metafora della resistenza al fuoco d’amore, una dote di cui il Duca era assolutamente sprovvisto. Federico Gonzaga scelse, quindi, l’arguto motto come allusione al proprio amore passionale che lo legava alla sua amante, Isabella Boschetti.
Le salamandre sono nascoste ovunque nel palazzo: fra gli affreschi, sui camini, nelle decorazioni.
Se capitate a Mantova non perdetevi Palazzo Te: addentratevi fra le sue meraviglie per cercare tutte le salamandre nascoste; non ve ne pentirete: parola di Fenice!
Per oggi è tutto. Al prossimo giovedì!